Monday 20 May 2013

Notturni Londinesi - Il Disprezzo

Maurice
Non possiamo lasciarci, continua a ripetermi Christine, siamo troppo fragili, lasciarsi significa perdersi.

Con voce implorante mi spaventa, mettendomi di fronte a una realtà invivibile senza di lei. Reagisco, mi convinco che non sono un uomo fragile e che non devo più rivederla. Trascorrono le ore,  le sue parole non mi escono di mente, alla fine le telefono. Ci rivediamo, discutiamo. Ultimamente sostiene che sono un uomo ambiguo, ed è sicura che dietro questa mia incomprensibile  ambiguità si nasconda il mio profondo disprezzo per la vita; la vita che lei considera meravigliosa per tutte le opportunità che concede; opportunità che possiamo cogliere semplicemente con la nostra determinazione, dice. E continua, con il tuo carattere hai reso tutto difficile, non prendi decisioni, eviti le responsabilità. Sei diventato un uomo indecifrabile. Avremmo dovuto sposarci un anno fa, col tempo il nostro rapporto sarebbe migliorato.

Christine parla senza mai alterare il tono basso della sua voce. Come se pregasse.

Maurice e Christine
Non hai provato piacere nel fare l'amore, ma anche questa è una cosa che supereremo, insieme. Presto sarà ancora una gioia come ai primi tempi.
No, non credo che si potrà superare; non credo che potremo rivivere quella che ora tu chiami gioia. Le cose sono cambiate. Ed è inutile continuare nel farsi illusioni. Almeno proviamo a non vederci per qualche tempo.
Non riprendere a fingere, ti prego. Se litighiamo sei sempre tu il primo a farsi vivo. Al telefono dici che mi vuoi bene, che mi pensi, per quale ragione dovremmo smettere di vederci ?
Ti cerco perchè ti voglio bene, è naturale, ma ti cerco soprattutto perchè sento che sei tu ad aver bisogno di me; sento che senza di me soffri troppo. Non ha senso fare di questo rapporto un vincolo basato sulla pietà. Io non posso, non devo, non voglio stare con te perchè so che soffri.
Ora stai bleffando, sei tutto da ridere. E poi, se anche fosse cosi? se soffrissi veramente? è questo l'amore che provi per me?
Bisogna essere realisti, non sono tutto da ridere.
Perchè continui a fingere? dove credi di arrivare? sai bene come stanno le cose. Forse stai giocando. Ma attenzione, è un gioco rischioso. Tu hai paura della vita, ed è per questo che la disprezzi; disprezzi la vita e tutte le persone che ti circondano. Senza di me questo disprezzo ti avrebbe già portato alla disperazione. Non pensi che anch'io abbia paura di vivere? Un briciolo di intelligenza ti porta ad aver paura della vita, e di conseguenza ad essere cauti e almeno un poco previdenti. Tutto questo appartiene a un persona con un minimo di consapevolezza della propria esistenza. Ed io sono onesta nei tuoi confronti a parlarti in questo modo, mentre tu sei soltanto in grado di falsificare la realtà. Disprezzo la vita perchè la vita è sinonimo di menzogna e ipocrisia, e quindi le falsificazioni della realtà, le menzogne appunto, sono indispensabili per sopravvivere. Un equilibrato disprezzo della vita, appartiene ad ogni individuo che ha coscienza di quello che fa.
E l'amore? niente amore? l'amore quindi non esiste. Mi domando chi sei veramente, un vigliacco? un cinico?
Non ti capisco più; capisco soltanto che ho dedicato anni della mia vita ad un uomo che disprezza la vita e che non ama nessuno.
Già. E dal momento che sei a conoscenza di questo, non voglio più continuare a parlare per ore della nostra storia. Ognuno di noi ha il diritto di vivere diversamente da come ha fatto fino ad oggi.
Va bene, come vuoi, gettiamoci nella pura follia. Dovevamo sposarci, tutto qui.
No, anche assecondando d'abitudine le assurdità del nostro rapporto ci sentivamo entrambi insicuri di fare un passo del genere.
Non è vero, io sarei andata fino in fondo, ma vedendoti cosi spaventato ho pensato di lasciarti altro tempo, invece ho sbagliato.
Non è corretto attribuirmi tutte le colpe.
E' corretto invece. Ho sempre vissuto prestando la massima attenzione ai tuoi stati d'animo, e in quel periodo mi sembrava sensato rimandare. L'ho fatto per te, solo per te. Sei crudele a non credermi. Amandoti non ti avrei mai obbligato a prendere una decisione che potesse arrecarti del male. Ma da quanto vedo ho commesso un errore tremendo. Troppo amore produce l'effetto contrario. L'unica, magra consolazione che mi rimane, è quella di avere la coscienza tranquilla.

Gerard
Io e Christine siamo cresciuti insieme; sin da bambini abbiamo frequentato le stesse scuole qui in paese. Ho conosciuto in lei l'unica donna della mia vita. Non ho mai avuto possibilità di fare altre esperienze. Devo provare a vivere senza che nessuno continui a dirmi ciò che devo e ciò che non devo fare.
Maurice mi ha detto queste parole prima di rompere con Christine. Ma non ce l'ha fatta. Passa più tempo dal medico che nell'azienda che abbiamo costruito insieme. In questi giorni andrò da Christine. Non posso immaginare che sia felice con Julien.
Quando Maurice vede Christine in macchina con Julien, cade in crisi profonde e rimane a letto per giorni interi. Allora è sua madre a chiamarmi. Maurice sta male, mi dice, ha pianto per tutta la notte.
Conoscendo Christine da tanti anni, non me la sento di colpevolizzarla. Maurice l'ha costretta ad andarsene.
Andrò da lei. Non ne parlerò con nessuno, nemmeno con mia moglie. So già che mi direbbe di non immischiarmi, ma voglio fare qualcosa per aiutare Maurice.

Christine
Prima di Julien ci sono stati Pierre e Marc. In pochi mesi tre relazioni diverse; io che non avevo mai conosciuto altri uomini oltre Maurice. Con loro il sesso è stato ben diverso. Mi sono trovata sotto corpi che mi amavano con forza e passione, ma ho capito ben presto che ero stata soltanto una distrazione, e che non avevo alcun diritto di interferire nella loro vita.
Fino a poco tempo prima ero per loro una donna inavvicinabile, nonostante questo, farmi scopare non mi ha dato alcun privilegio. Però Maurice dovevo lasciarlo, anche se in realtà era già stato lui a lasciarmi sola. Maurice è un debole, lo ha dimostrato dopo che me ne sono andata. Con un uomo debole una donna si rovina la vita; in un uomo la debolezza è come una malattia. Andandomene speravo in una sua reazione, invece è accaduto il contrario. E' solo stato capace di crollare. Forse rimanendo insieme prima o poi ci saremmo sposati. Ma è inutile, non si può sposare un uomo privo di carattere e personalità. Continuando a dirmi di lasciarlo, sembrava un uomo forte, ma in realtà nascondeva la sua debolezza. Era, ed è soltanto un vile che non merita l'amore e la vita di una persona. Dice di star male; alibi, falsità. Fingere è la cosa migliore che riesce a fare. E' un uomo che disprezza la vita e chiunque trovi entusiasmo nella vita; gli uomini come lui disprezzano la vita perchè sono consapevoli di poterla vivere solo da mediocri; sopravvivono a se stessi aggrappandosi alle più subdole meschinità.
Gerard ha capito che è finita sul serio. Sperava che tornassi con Maurice. Gli ho detto che non torno con nessuno e che non voglio più nessuno. Ho rotto con tutti. Ultimo della lista appunto 
Julien e il suo fare stupido e grossolano. Presto andrò a Londra e  da quel momento conterà solo il mio futuro.

- Oxford -
In seguito alla rottura del fidanzamento con Christine, Maurice ha continuato alcuni mesi ad avere crisi nervose prima di riprendere a vivere normalmente. Rientrato poi in azienda, grazie all'appoggio finanziario di uno zio che è entrato in società con lui, in pochi mesi ha liquidato il suo vecchio socio Gerard. Maurice è sempre stato dell'idea che Gerard non abbia mai fatto nulla per aiutarlo lungo il periodo della sua malattia nervosa. Nell'aprile del 1990 Maurice si è sposato con Simone, una giovane donna che lavora come impiegata in una concessionaria di automobili. Maurice e Simone pensano di rimanere a Oxford per tutto il resto della loro vita, sperando di avere presto dei figli.
Nel maggio 1990 Simone ha dato il primo figlio a Maurice.

- Londra -
Dopo oltre tre anni durante i quali ha cercato invano di lavorare con successo nel mondo del design di interni, la notte del 15 maggio 1990, Christine si è tolta la vita lanciandosi nel vuoto  dalla finestra del monolocale che occupava in affitto al n° 65 Cheshire Street.

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