Sunday 7 July 2013

Notturni Londinesi - La ragazza francese


Per favore fermati, vado a casa a piedi. Ha ragione mio padre nel dire che sei un uomo che ha perso la testa.
Tuo padre è solo capace di blaterare.
Non ti permetto di usare queste parole nei suoi confronti.
Dico solo la verità.
Fammi scendere ho detto!
No, assolutamente­.
Così non si trattano nemmeno i cani hai capito?
Non urlare. sto guidando. In questa tua sceneggiata sei veramente patetica. Fra l'altro Annabelle è anche amica tua. Certo, ma dimentichi un particolare. Io non sono mai andata a letto con lei.
Sai bene che è una storia vecchia, e all'epoca non stavamo neppure insieme. Non riesco a capire dove sia il problema. E poi ti credevo più evoluta.
Certo, e per evolvermi dovrei accettare a casa nostra una tua ex amante.
Che tipo di risposta è questa? Sei soltanto piena di pregiudizi.
Non sono pregiudizi, So che vedo tutto confuso.
Non c'è nulla di confuso. Devi solo aver fiducia in me. come sempre. Non puoi cancellare dalla nostra vita una persona come Annabelle. Se ci siamo conosciuti lo dobbiamo a lei. Perché ora non vuoi più rivederla?
Non sono tranquilla. Rivedendola potresti...non so.
No, non c'è bisogno di piangere, ti ripeto che Annabelle mi ha scritto per avere notizie, per sapere che faccio. Per lei ero come sparito nel nulla. Io le ho solo risposto raccontandogli di me, dei miei genitori, del nostro matrimonio. In fondo alla lettera ho soltanto aggiunto di venirci a trovare, non una parola di più. Tutto questo ti sembra sufficiente per ricevere valanghe di offese?
Mio padre ci vuole bene. Ha parlato così perché ha paura che quella donna possa dividerci.
Se avessi intenzione da scappare con lei credi che mi comporterei in questo modo?
Ti scongiuro, non urlare tu adesso. E fai attenzione. Guidi come un pazzo. Fermati. Per favore.
Bene. Qui c'é il parcheggio di un pub. mi fermo. Ma non si scende dalla macchina, intesi? ascoltami bene. Può darsi che io abbia sbagliato dicendoti della lettera di Annabelle in ritardo. Forse ho agito superficialmente. ma in buonafede. Ero veramente convinto che avresti avuto piacere nel rivedere la nostra amica francese. Ho anche pensato, magari poi ci inviterà a Dieppe, a casa sua, come ai vecchi tempi. 
Lo vedi, continui a fare programmi senza nemmeno interpellarmi, e inoltre continui a parlare di una nostra amica francese. A questo punto vorrei puntualizzare che Annabelle é una tua amica. Quanto hai fatto é terribile. Pensa a quando ci siamo sposati, alle cose che mi hai promesso, a Simon, il nostro bambino...
Sei una donna ridicola; ridicola come la reazione dei tuoi genitori. Immaginavo tanta stupidità nella nostra casa ma non fino a questo punto. Uno schiaffo? no, questo non lo dovevi fare.
Se sei stanco di noi. lasciaci perdere ma non prenderci in giro come hai fatto con quella lettera!
Ora ti porto a casa, ma ricordati che questo ceffone lo paghi salato. E da domani manda tuo padre in ufficio a tirarsi il collo come faccio io tutti i giorni. Hai capito?
Non dire sciocchezze.
Non dire sciocchezze?
Se vuoi la nostra rovina sei libero di fare ciò che vuoi.
Ecco, il ricatto.
Non é un ricatto, sai benissimo che mio padre ha la pressione alta e non potrebbe mai andare in ufficio al tuo posto.
Sul serio? se con la pressione alta é stato in grado di offendermi gridando come uno scellerato, sono sicuro cha potrà anche andare in ufficio al mio posto.
Sei un essere crudele.
Già, sono crudele, e forse anche un po' masochista. Sta a sentire. Io la mattina mi sveglio molto presto, tu naturalmente dormi. Scendo a pian terreno. La prima persona che vedo é tua madre, che con una faccia da vomito prepara la mia colazione a quella di tuo padre; figura quest'ultima su cui preferirei sorvolare. Dopo questo confortante risveglio, durante il quale nessuno si sforza di fare un sorriso o di dire buongiorno, incontro nostro figlio, anzi quell'ottuso di nostro tiglio, considerato il suo ormai totale ottenebramento mentale causato dalla musica. Con lo spirito colmo di gioia finalmente esco di casa e me ne vado in ufficio dove mi aspettano guai. seccature e preoccupazioni. Ma riesco a superare tutto perché presto verrà 
la sera e quindi l'ora di tornare a casa; momento illuminato dalla tua presenza a cena: momento nel quale hai quasi sempre l'aria di un animale imbalsamato; addormentata, distante.
Sei un maledetto porco.
Aspetta, non aver fretta, questa e solo una parte della mia meravigliosa vita. Lasciami finire di raccontare. Ti prego. Non posso certo tralasciare i fine settimana entusiasmanti trascorsi al pub con Susan e James; serate che significano alcol, alcol e alcol. Se non avessi qualche buon amico con cui passare ogni tanto qualche ora, a questo punto mi potrei tranquillamente suicidare.
Sei un porco, porco, porco. porco!
Accidenti, stavo dimenticando altri due aspetti di vitale importanza. Il primo, consiste nel rovinarsi gli occhi davanti alla televisione; unico svago serale durante la settimana. Il secondo, di immenso significato nella vita di coppia, non poteva essere cha il sesso; attività corporea, nel nostro caso, possibile soltanto dopo essersi sbronzati completamente.
Lo vedi. Pensi solo a scopare. E non ti é parso vero di ritrovare la piccola, immacolata francese. Me la ricorda bene sai? ha l'aria di una santa, invece é una delle peggiori puttane cha io abbia mai conosciuto. Sei ripugnante; un essere schifoso capace soltanto di pensare a puttane come quelle.
Questa sberla te la sei proprio cercata, e se prima di arrivare a casa apri ancora quella dannata bocca ti faccio sputare tutti i denti! hai sentito bene maledetta stupida!
Fregandosi spesso il naso e gli occhi con un piccolo fazzoletto, Brigid rimase ben attenta a non aprir più bocca. L'atmosfera era incandescente e sapeva bene che Martin stava facendo sul serio. Il ceffone era stato forte, la guancia bruciava, ma era stata lei ad iniziare a muovere le mani, quella reazione se la doveva aspettare. E con il bruciore alla guancia, cresceva l'astio per Annabelle; una vipera, pensava, che in pochi giorni le aveva sconvolto la vita. E se Martin l'avesse piantata per quella puttana francese? no,era un pensiero da rimuovere subito. Senza di lui si sarebbe sentita perduta, avrebbe dovuto mettersi a lavorare per mantenersi. E poi c'era la sua famiglia che viveva solo della pensione, No, non poteva nemmeno pensarla un'eventualità del genere. Se viveva bene, se i suoi genitori vivevano bene, era in gran parte merito di Martin. Malgrado tutto, ora più che mai doveva essere del tutto intransigente e irremovibile. Annabelle non era gradita, e quell'invito assumeva il significato di un affronto. Martin doveva rimediare quella situazione pericolosa nel più breve tempo possibile; doveva scongiurare l'eventualità che Annabelle venisse da loro in Inghilterra.

Martin guidava pensando alla sua vita. Appena sposato, vivendo solo con Brigid in una piccola casa comprata quasi totalmente con il mutuo. Martin sentiva di amare i genitori di sua moglie, e per questo, solo un anno più tardi, fu proprio lui a lanciare la proposta di vivere tutti assieme in una casa più spaziosa e confortevole; decisione infelice, sfociata presto in litigi e incomprensioni familiari, causati anche dalla nuova abitudine di vedersi e di incontrarsi quotidianamente negli stessi spazi. In poche stagioni la sua vita si era capovolta e quella della sua nuova famiglia era l'epilogo di un'illusione.
In un breve spazio di tempo prima di sua madre Frances, e poi suo padre William erano scomparsi.
Figlio unico. a diciannove anni Martin era rimasto solo e sconvolto, unico appoggio e sollievo Brigid; la ragazza che aveva conosciuto nella seconda e ultima estate trascorsa da Annabelle a Dieppe, in una vacanza-studio organizzata da una scuola di lingue. In quei due brevi periodi estivi, Martin aveva riscosso i successi più importanti della sua vita; subito Annabelle, poi il colpo di fulmine con Brigid. E dopo aver parcheggiato la macchina, seguendo con rancore la figura massiccia della moglie che a passi militari andava verso casa, Martin ritornò a pensare ad Annabelle. Gli capitava ormai tutte le notti da quando aveva ricevuto la sua lettera. Brigid si girava pigramente nel letto, e lui ad occhi aperti nel buio, fantasticando un nuovo rapporto con Annabelle, ricordava quel pomeriggio deserto e molto afoso nel quale era stato con lei la prima volta. Durante una gita in bicicletta si erano fermati in un piccolo bosco, e dopo averla baciata, aveva allungato le mani come era abituato a fare al cinema con qualche ragazza dei quartieri di Londra, la sua città. Annabelle non lo aveva fermato e Martin era riuscito a fare l'amore con tanta dolcezza come mai gli era accaduto. Una settimana più tardi sarebbe arrivata Brigid, anche lei in viaggio-studio. Il padre di Annabelle amava avere ragazzi per casa. per questo aveva accettato la convenzione con una scuola di lingue di Londra. Martin fu subito attratto dalla corporatura possente di Brigid: una ragazza della sua stessa città, con addosso la stessa pelle e la stessa determinazione, il contrario della delicatezza e della sensibilità di Annabelle. Lui e Brigid legarono subito. ma oltre ad Annabelle, c'era la scadenza del soggiorno a impedire a Martin di andare fino in fondo con lei. Si sentiva comunque tranquillo, la cosa era solo rimandata di qualche settimana, a quando Brigid sarebbe rientrata in Inghilterra. Le disgrazie dei genitori mandarono a monte ogni suo programma, e trovandosi senza famiglia, Brigid era via via diventata per lui il suo unico punto di riferimento.
Erano soliti passare molte sere nei pub a divorare bistecche e patate fritte, prima di andare a scopare in macchina o in qualche camera a ore. Una gelida sera d'inverno Brigid gli aveva chiesto, perché non ci sposiamo e ce ne stiamo in casa al caldo in notti come queste? in uno stato d'animo colmo d'amarezza e di rimpianti, Martin aprì la porta di casa. davanti a lui la scala, la porta della cucina, la sala da pranzo illuminata. Posando in terra la sua valigetta da lavoro, e respirando l'aria di ambiente che gli appariva ogni giorno più ostile si domandò, perché Annabelle non risponde?

In famiglia si era creato un clima di allerta generale. Annabeile avrebbe fatto un'improvvisata. Ecco il motivo del suo silenzio. Con questa costante convinzione, Brigid era quella a star peqqio di tutti. Un nuovo litigio con Martin, l'aveva portata ad agire di sua iniziativa e ritrovato l'indirizzo di Annabelle le aveva spedito una lettera. Diverse righe, dove dopo aver enfatizzato il suo matrimonio con Martin, dichiarandosi una moglie e una madre felice e serena, mostrava dispiacere per essere nelle condizioni di dover cancellare l'invito in Inghilterra espresso da Martin. Tutto ciò a causa di una bronchite molto fastidiosa che stava dando a suo figlio Simon seri problemi. Scusandosi nuovamente, scrisse inoltre che appena possibile si sarebbe di nuovo messa in contatto per un nuovo invito, Brigid concluse quindi la lettera, precisando cha aveva scritto lei in considerazione dei numerosi impegni aziendali di Martin in quel periodo. Brigid imbucò la lettera sentendosi soddisfatta e gonfia di orgoglio. Quella poche righe avevano assunto per lei il sapore della vendetta, dopo giorni di sofferenza e mortificazioni. Ma durante la notte cambiò opinione su quanto aveva scritto. Avrebbe dovuto essere più dura: liquidare con quattro parole quella Annabelle. Era stata troppo diplomatica verso una persona che voleva mandarle all'aria il matrimonio. Essendo troppo cordiale, la lettera dava la possibilità alla ragazza francese di tornare all'attacco. Ma anche nei giorni seguenti non successe nulla. Silenzio assoluto.

Unica cosa degna di nota il glaciale e comportamento di Martin. Oltre a non fare più alcun riferimento all'invito di Annabelle, in casa evitava qualsiasi scontro verbale, mantenendosi estraneo da qualsiasi problema familiare. Questo portò Brigid, prima a un'ipotesi, poi a una certezza, Martin sapeva della sua lettera; sapeva tutto perché si incontrava con Annabelle. La ragazza francese non poteva essere scomparsa nel nulla. Ad eclissare ogni suo dubbio su questa amara verità, erano stati i suoi vani tentativi di fare l'amore con lui. Martin aveva sempre reagito dicendo di essere troppo stanco o di avere il mal di stomaco: scuse, scappatoie addirittura irritanti. Brigid cominciò a presagire l'inizio della fine del suo matrimonio. Doveva a tutti costi fare qualcosa. E in preda a una crisi di nervi, logorata da alcune notti insonni, pensò che l'unica soluzione era quella di dar prova a Martin dell'onestà delle sue azioni e dai suor sentimenti. Convinta che solo così si sarebbe riavvicinata al marito, una notte scaricò tutta la sua angoscia, confessando la spedizione dalla lettera, Parlò senza fermarsi per diversi minuti. Come un fiume in piena vomitava parole e parole che volevano esprimere lealtà e amore in nome di un matrimonio che era stato messo in pericolo. Alterata e paurosa raccontava ogni dettaglio a Martin che la guardava con occhi duri. Con quella lettera Brigid gli aveva infranto il sogno di rivedere Annabelle; e in più gli aveva fatto fare la figura del marito imbecille. Fu a questo punto che Martin mi telefonò. Era furioso, disperato, ma risolutamente deciso nel lasciare sua moglie e la sua famiglia, forse per sempre. Non aveva altra via d'uscita per dar peso alla sua dignità di marito, di uomo. Parlai con mia zia di quanto era accaduto a Martin, e lei, a patto che fosse una cosa temporanea, mi disse che non aveva niente in contrario nell'ospitarlo a casa nostra. Fin dagli anni della scuola io e Martin eravamo buoni amici. Era al corrente che vivevo con mia zia Gertrude; era sicuro di poter contare su di me. Solo dopo poche ore dal suo trasloco iniziarono i problemi, che consistevano soprattutto nell'ascoltare i vari conoscenti della sua famiglia, mandati da noi con lo scopo di convincere Martin a ritornare. Ma lui non desiderava parlare con nessuno, e alla fine ero sempre io a dovermi sbarazzare di loro. La situazione era a dir poco imbarazzante, ma Martin era un amico in difficoltà che andava aiutato. Tutto questo durò per circa due mesi, fine a che un sabato mattina il postino consegnò a Martin un telegramma arrivato dalla Francia.
Alla parola "Francia" Martin fu preso da agitazione e sconcerto. E' Annabelle che mi informa del suo arrivo, continuava a ripetermi prima di mettersi a leggere. Carissimi Martin e Brigid Holmes, ho atteso qualche tempo prima di rispondervi. Subito mi era troppo difficile. So che aspettavate Annabelle a Londra e so quanto l'amavate. Annabelle è morta in un incidente stradale il 10 giugno scorso. Fatevi forza e continuate ad amarla. Parlava spesso di voi e non vedeva l'ora di incontrarvi. Purtroppo sono ambasciatrice di tale disgrazia. Scrivetemi pure se lo vorrete, sono la zia di Annabelle. Mi farebbe molto piacere incontrarvi. Nel caso potrei anche ospitarvi qui a Dieppe. 

Con molto affetto

Vostra Francoise Dufrenne
48 rue de Plèbiscite
Dieppe


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