Tuesday 8 October 2013

Notturni Londinesi - Notte di Capodanno

Fra meno di un'ora arriveranno tutti, Mark con Judith, Steve con Helen e James con Gertrude, e presto anche Norman sarà di ritorno, giusto in tempo per farsi l'ultima doccia di un anno fortunato. Gli affari della grande azienda che dirige sono andati a gonfie vele, i bambini crescono e sono felici, sua moglie Mary gli vuole bene. E sotto la doccia penserà proprio a lei, alla sua intelligenza nel crescere i figli, alla sua capacità nel condurre le casa e nell'organizzare feste e cene con gli amici, come questa di Capodanno, che per fare una cosa stravagante Mary ha voluto preparare da sola, senza l'aiuto delle due donne di servizio, che in un altro appartamento della casa dovranno badare soltanto ai bambini.

Qualche mese prima, i programmi per questo Natale erano ben diversi, infatti Mary parlava spesso di una vacanza ai tropici; programma poi cancellato per i grossi impegni di Norman già nei primi giorni di gennaio. E appena saputo che anche Judith e Helen sarebbero rimaste a Londra, Mary ha pensato che era l'occasione giusta per celebrare insieme l'arrivo del nuovo anno; argomento quotidiano imperante, sin dagli inizi di dicembre, nel corso delle lunghe telefonate tra lei e le amiche. Recentemente però è accaduto un episodio singolare che Mary non è ancora riuscita a decifrare. Telefonandole con insistenza, in questi ultimi giorni Judith ed Helen l'hanno quasi obbligata ad invitare James e Getrude, una coppia che con Norman ha sempre frequentato poco; una coppia che non le ha mai suscitato grosse simpatie; lui è sempre esagerato in tutto, mentre la moglie passa come una delle più antipatiche in circolazione. Diversamente da Norman che non ha sollevato alcun problema per questo insolito invito, Mary ha invece continuato a porsi diversi interrogativi sul comportamento di entrambe le sue amiche, e poche sere fa, tornando dal supermercato con Evelyn, una delle cameriere, ha pensato che con ogni probabilità Mark e Steve non erano al corrente che Judith ed Helen, poco prima di sposarsi, avevano avuto un flirt con James Davies.
In attesa di uscire, Mark è seduto su un piccolo divano da dove può vedere sua moglie Judith, seminuda, intenta a truccarsi il viso davanti allo specchio del bagno.
Festeggiare è l'ultima cosa a cui vorrebbe pensare. Se l'operazione chirurgica e le cure intensive alle quali verrà sottoposto nelle prime settimane del nuovo anno, non miglioreranno il suo stato di salute, questo sarà l'ultimo Capodanno della sua vita. E nel tormento di questi pensieri, con distacco torna ad osservare Judith. Ora vede bene il suo seno nudo, indovina il suo sesso sotto gli slip. Potrebbe alzarsi, andarle vicino, accarezzarla, pregandola poi di fare l'amore, velocemente, prima di andare a quella cena a casa di Mary e Norman. Ma sa bene come lei reagirebbe. Mark che ti prende? proprio ora che dobbiamo uscire. Fra l'altro siamo anche in ritardo. A volte proprio non ti capisco. Conosce il carattere di Judith, ma solo in queste cose, mentre in realtà non sa nulla della sua vita. Lui è sempre al lavoro; un lavoro aziendale che lo ha totalmente inghiottito, costringendolo a lunghe assenze, a continui viaggi all'estero; ritmi che gli hanno impedito di contrastare la vita assolutamente indipendente della moglie; una moglie che gli pianifica inoltre quel poco tempo libero di cui può disporre. Lui deve soltanto guadagnare denaro, al resto penserà lei.

Se il loro schema matrimoniale si presenta apparentemente come lo stesso di quello tra Mary e Norman, la mancanza di figli e la completa libertà di Judith, hanno reso questo rapporto matrimoniale una sorta di macchina programmata, fredda e rigorosa, nella quale anche i sentimenti hanno subito la legge del più severo autocontrollo. Appena a conoscenza della sua malattia, Mark infatti non ne ha parlato con Judith, ma con Mr.Hamilton, suo avvocato e consigliere personale. E mentre si alza dal divanetto per avviarsi verso i garage, pensa a quella cena di fine anno, alle persone con le quali non ha più nulla da dirsi, e pensa anche a James Davies personaggio ambiguo che ha il coraggio di presentarsi come finanziere; saltimbanco che sfrutta ancora il blasone della sua decrepita famiglia per farsi credito, mentre tutti sanno bene che oltre a non avere alcuna risorsa finanziaria si trova con circa la metà dei beni ipotecati.
A differenza di James Davis l'universo di Mark è tutt'altra cosa. Già i suoi genitori possedevano grossi capitali; beni che lui ha saputo incrementare investendo in tre attività industriali .
Eppure, nonostante questi traguardi, trovandosi faccia a faccia con una gravissima malattia, ha il terrore di dover ammettere di aver avuto una vita importante ma inutile; stato d'animo, che dal dubbio, lo ha portato lentamente alla totale convinzione che Judith lo abbia sposato soltanto per denaro; consapevolezza rafforzata dalla stessa Judith nella sua tenace opposizione all'adozione di un bambino. Essendo una coppia non in grado di procreare, Mark desidera un erede a tutti i costi, e ha interpretato l'atteggiamento di Judith come quello di una donna che non vuole impegni per poter continuare a vivere in assoluta libertà; ma soprattutto l'atteggiamento di una donna che vuole avere tutto il patrimonio sotto controllo, senza possibili interferenze di un figlio. Questa diversità d'opinione su una decisione di tale importanza ha rotto un'armonia, che seppur fragile, era in grado di dare equilibrio a un matrimonio, che negli ultimi mesi si è trascinato fra incomprensioni e apatie. Ma forte per sua disgrazia di un orgoglio che lo rende cieco, Mark ama ancora sua moglie; unica persona che in qualche modo gli ha dato in questi anni un poco d'affetto, togliendolo da genitori, che quando erano in vita, sapevano parlargli soltanto di denaro.
Mark esce dal garage e Steve ed Helen partono da casa. James e Gertrude invece sono ancora nel loro appartamento e stanno litigando. Lei non è assolutamente contenta di andare a quella cena, e insiste nel dire che l'ultima sera dell'anno avrebbe voluto trascorrerla in un altro posto. E' sicura che si annoierà a morte. James non le risponde, accende il televisore e fissa lo schermo. Trascorrono alcuni minuti, e sentendosi più calma Gertrude si avvicina al marito. Ha l'aria di chi vuol chieder scusa. James spegne il televisore e l' abbraccia. Si baciano con passione eccitandosi. James vuol fare l'amore prima d'uscire. Gertrude dice che è pronta per andare a quella cena, e che se faranno l'amore dovrà poi riordinarsi e truccarsi di nuovo. James risponde che non deve fare altro che alzare la gonna e calarsi le calze e gli slip. Non la toccherà in viso. Lei subito sbuffa, poi acconsente. L'amore è tanto veloce quanto violento. Nel rivestirsi Gertrude si lamenta. Sono in gran ritardo quando finalmente decidono di muoversi verso casa di Norman.
James mette in moto la macchina, e Gertrude, in piedi accanto alla portiera, ritorna al pensiero di un figlio; cosa al momento irrealizzabile perchè James non vuol saperne di bambini e la obbliga a prendere la pillola. Si convince che molto presto James cambierà parere e nel sedersi accanto a lui dice, non è vero?
Non è vero cosa? non capisco.
Non fa nulla.
Gertrude emette una risatina frivola, James fa un gesto con la mano, come per dire, sei impazzita?
Frattanto Steve ed Helen si stanno avvicinando a casa di Mary e Norman. Mark e Judith sono appena arrivati.

Mark è seduto nel salotto e sta parlando con Norman. Judith è in cucina. Sta facendo i complimenti a Mary per lo stravagante menù della serata.
Durante il tragitto Mark non ha aperto bocca, ha solo risposto a Judith quando ad un certo punto ha detto, è una sera molto limpida, si vedono tutte le stelle del cielo.
Si, è una notte molto bella.
Spero che il prossimo sia un buon anno.
Lo spero anch'io.
Anche Steve ed Helen in macchina non sono loquaci. Helen non ha alcuna voglia di parlare, e Steve, come sempre, si adegua rimanendo in silenzio. E' sempre lei a determinare il clima della loro unione. Steve è l'ultimo rampollo di una ricca famiglia, certo non ricca quanto quella di Mark, tuttavia quanto basta da potergli permettere di non lavorare. Sono infatti il padre e gli altri suoi due fratelli a dirigere una conosciuta catena di ristoranti e caffè londinesi. Steve non ha mai dimostrato talento per gli affari, cosi come per qualunque lavoro in genere.
Davanti a casa di Norman e Mary, Steve dice che sarebbe meraviglioso pensare ad avere un figlio nell’anno nuovo. Helen puntualizza che è una cosa su cui si dovrà pensare bene, molto bene. Perchè? chiede Steve.
Helen scende dall'auto senza rispondere.
Steve rimane confuso, ma è solo un attimo; nella sua mente ora c'è solo la festa e la possibilità di bere in abbondanza. E prima di seguire la moglie, pensa che il discorso del figlio si riprenderà in un altro momento, quando Helen sarà più tranquilla, certo non in quella notte di Capodanno.

James si è fermato in un pub per vedere un amico, ed è rimasto dentro per almeno dieci minuti. Rientrato in auto, ha trovato Gertrude furiosa. Sarà un'ora che ti aspetto! ma per chi mi hai preso? gli ha urlato.
Senza scomporsi, James ha reagito alle sue urla dandole un ceffone in piena faccia, e lei è scoppiata in una crisi di pianto, durata sino adesso, quando mancano solo pochi isolati alla casa di Mary. Sapendo di essere ormai arrivata, Getrude accende la piccola luce dalla sua parte per rifarsi un poco il trucco, soprattuto sulla guancia arrossata dal ceffone. James continua a guidare senza dire nulla. Poco prima di girare per l'ultimo pezzo di strada, lei si volta verso il marito. Scusami per prima, ma non arrivavi più.
Avvicinati, dice James toccandole le cosce.
Lei gli getta le braccia al collo.
Piano sto guidando.
Getrude sorride. Avevi ragione tu, hai fatto bene ad accettare questo invito, vedrai che non mi annoierò. Hai ancora voglia di me?
Dopocena, tutta la notte.

Ormai la loro macchina è ferma davanti a casa di Mary e Norman al n°3 di Halkin Street. Come per le grandi occasioni, dentro e fuori tutte le luci sono accese.
Norman, Mary e tutti i loro ospiti sono in piedi vicino alla tavola apparecchiata con oggetti sontuosi. Causa il ritardo, James e Gertrude sono stati salutati con un certo  imbarazzo; tuttora si avverte un po' di gelo nell'aria. Steve sembra quello più a suo agio. Beve e sorride. Mark cerca di essere di buon umore ma si vede lo sforzo. Il più naturale sembra James che sta parlando con Norman, a dir la verità un po' impacciato. Mary è agitata e presissima nel fare gli onori di casa. Ha il volto in fiamme. Gertrude è  appiccicata al marito.
Le più tese appaiono Judith, ma soprattuto Helen, che per darsi tono si mette a bere. Steve la guarda con espressione stupita, considerato che Helen non beve quasi mai, e intanto  si domanda chi guiderà al ritorno. Judith è astemia, Mark beve poco, ha paura di non sentirsi bene.
Ancora alcuni secondi e tutti si siedono; moquette in terra color panna, tappeti orientali, pareti tappezzate di quadri d'autore, candele in centro alla tavola, musica di sottofondo.
Grazie al vino l'atmosfera si fa subito più rilassata. James parla tantissimo. E' lui ad essere il polo d'attrazione della serata. Mark lo ascolta, fingendo di essere distratto dalle portate di Mary. Norman è molto divertito da James, che parla saltando fra politica, finanza e sport.

Judith si alza per dare una mano a Mary. Steve la guarda con aria trasognata, e intanto segue il filo dei vari discorsi ai quali non interviene, continuando a bere smodatamente; come sua moglie Helen, guardata con orrore da Judith mentre va verso la cucina.

Fra una pietanza e l'altra Mary si siede per prendere parte alla cena, anche lei sembra divertita dalla loquacità di James. Gertrude continua a rimanere zitta, lanciando soltanto qua e là sguardi alteri, che esprimono il suo orgoglio per la brillante personalità del marito.

Norman é compiaciuto dalla presenza di James, senza di lui la serata sarebbe molto tediosa, anche per colpa di Steve ed Helen, che han tutta l'aria di volersi prendere una sbornia pesante. Per non parlare poi di Mark, del suo aspetto da funerale, e di sua moglie Judith che sembra una mummia. Svegliatosi improvvisamente Steve invita tutti ad un brindisi dedicato a Mary per i prelibati piatti che ha preparato. Ognuno si alza goffamente, levando il calice al cielo. E ci sono altri tappi di bottiglie che saltano, accompagnati da urla di gioia e da espressioni di palese disagio. Judith ad esempio dopo aver guardato James con ammirazione, getta sul marito un'occhiata quasi minacciosa. Le ore passano e i brindisi si susseguono incalzanti. A proporli sono sempre Steve, Norman e James. Mark va spesso al bagno, Steve è ormai completamente ubriaco; ma c’é chi è più ubriaco di lui, Helen, che a fatica riesce a reggersi in piedi. Judith continua a fissarla con aria mista di compatimento e disgusto. Helen se n'è accorta.

Manca poco a mezzanotte quando Judith si alza ancora una volta per andare ad aiutare Mary in cucina. Helen la raggiunge. A tavola rimangono James che ora non parla, e Getrude che da poco si è messa a chiacchierare con Norman. Steve è sprofondato nel divano. Ascolta la musica e canta sottovoce. Anche Mark non è a tavola. E' seduto su una poltrona poco distante e osserva i quadri. Tutti stanno aspettando il dolce da mangiare a mezzanotte, insieme ad altro champagne per brindare al nuovo anno. Ed è proprio in questo momento che dalla cucina giungono le voci di un alterco. Norman si alza di scatto spaventando un poco Gertrude e dice con aria allarmata, ma che succede?
James e Mark abbandonano l'aria smarrita per concentrare la loro attenzione su quanto sta accadendo. Steve continua a cantare come se niente fosse. Gertrude si avvicina a James.
Ma chi ti credi di essere? tutti riconoscono la voce di Helen; la voce di una persona ubriaca.
Hai bevuto, è meglio che tu stia zitta. E' Judith a parlare.
Ah si, sono ubriaca? riprende Helen urlando. Credi che non mi sia resa conto che è tutta la sera che mi guardi con sufficenza con quella tua faccia di merda? stai tranquilla, mica te lo rubo il tuo James, anzi, sai che ti dico? che sei libera di sbattertelo tutte le volte che vuoi il tuo bel stallone James.
Sbigottita, dopo aver preso per un braccio Helen, Mary cerca di portarla di sopra, via dalla cucina, ma lei si divincola con forza e riprende a strillare verso Judith. E ti dirò di più, io presto ci faccio un figlio con Steve! non mi importa più nulla nè di te, nè di quel porco di James, hai capito farfallona?
Rimanendo fredda e controllata Judith grida, Steve! per favore, vieni a prendere la tua piccola Helen, è completamente partita... ma non fa in tempo a finire la frase, perchè Helen con la mano semichiusa la colpisce sulla bocca. Judit barcolla, e con il corpo urta il tavolo di cucina, da cui cadono diversi arnesi producendo un acuto frastuono metallico.
Norman corre verso la cucina, e quando entra vede Mary sconcertata accanto a Judith che fa l'impossibile per darsi un certo contegno. Helen approfitta dello scompiglio per scagliarsi ancora contro di lei, ma Norman la ferma con tono minaccioso, Helen ora basta, calmati!
Arriva Steve. Pieno di alcol come si ritrova, pensa che Helen e Judith abbiano scherzato. Avete ragione, dice, è ora di festeggiare il nuovo anno, dice con aria festosa. Nessuno gli dà retta.
Mancano solo pochi minuti alla mezzanotte. Guardata a vista da Norman, Helen continua a fissare Judith che aiutata da Mary si sta sciacquando e tamponando la bocca sul lavandino. Mary le chiede se sente dolore. Lei non risponde. Senza avere risposta Steve continua a domandare cos’è successo.
In sala da pranzo, impassibile, Mark sta fumando una sigaretta.

All'inizio della lite, James si è alzato nervosamente da tavola, seguito dallo sguardo ferino di Gertrude che sembra inchiodata alla sedia, poi si é messo contro ad una delle vaste finestre guardando fuori. Ed è ancora nello stessa posizione. Mark è a pochi metri da lui.
E’ passata la mezzanotte e nessuno se ne é accorto, a parte Steve, che dopo aver aperto un'altra bottiglia sta ancora cercando invano bicchieri da riempire.
Mark si è rifugiato in uno dei tanti bagni della casa, e cosi ha fatto anche Judith. James si é messo il cappotto ed è uscito. Trascorsi alcuni istanti Norman l'ha raggiunto. Ora passeggiano vicino a casa. Parlano.

James gli racconta apertamente i suoi rapporti con Helen e Judith; rapporti che sembravano chiusi, ma che negli ultimi tempi erano ripresi.

Mark nel bagno si sente male, ha dei forti giramenti di testa. In cucina Steve riempie un bicchiere porgendolo alla moglie che non lo degna nemmeno di uno sguardo, e subito dopo va in salotto a riempire il bicchiere di Gertrude, l’unica a non essersi ancora alzata da tavola, e cosi cerca di fare anche con Mary, che con la palma di una mano copre il bicchiere, scuotendo la testa.

Helen é seduta attorno alla grande tavola della cucina; resti di cibo e bicchieri sporchi ovungue. Arriva Mary e si siede accanto a lei. Non parlano. Hanno i visi stravolti. Di sottecchi Helen guarda Steve con odio, con tanto odio come mai le era capitato nella vita; guarda il beato Steve che con un bicchiere in mano intona una canzone di Natale.

Mark e Judith si incontrano nel corridoio del piano superiore della casa.
Mi auguro che non avrai dato peso alle parole di quella stupida ubriaca, dice Judith.
Non ho voglia di parlare, desidero soltanto uscire da questa casa.
Ti ripeto che erano le parole di una persona ubriaca e isterica.
Ho detto che non ho voglia di parlare. E' meglio ce ne andiamo via.

Mark scende le scale seguito a distanza dalla moglie pallida e con gli occhi sgranati. Salutano velocemente Mary, inchiodata sulla porta di cucina per evitare che esca Helen, e poi, furtivi come ladri, si inabissano nella gelida oscurità del vialetto. raggiungendo in un baleno l'automobile. Da lontano, mentre continuano a passeggiare parlando, Norman e James li vedono partire. Steve ha detto loro prima che uscissero, ve ne andate già?

L'automobile di Mark corre verso casa. Judith è affondata nel sedile con un'espressione non definibile. Dai marciapiedi che sfrecciano come lampi di fianco alla macchina in piena velocità, truppe di ragazzi fanno ruotare dei fuochi e gridano buon anno a tutte le vetture che passano. Appena li vede, Judith affonda sempre più nella pelliccia e nel sedile. Mark guida con movimenti secchi e nervosi. Il suo viso appare come una maschera di cera solcata da una smorfia di dolore.
Dopo poco anche James e Getrude se ne vanno. Con molto imbarazzo, ma non senza perdere la solita aria sprezzante che tiene in pubblico, Gertrude ha salutato Mary e Norman, comportandosi come se Steve (che era a pochi passi) non esistesse. James e Gertrude uscivano dalla porta ed Helen è scoppiata in una risata che ha raggelato ancora una volta 1'ambiente.

Considerata la sbornia solenne di questi loro due ultimi ospiti, Norman e Mary decidono di accompagnarli a casa. Se la polizia li fermasse sarebbero guai seri. Mary che non ha bevuto quasi nulla decide di guidare.

Quando sono nel vialetto, Steve dice che è presto per tornare a casa. Pronuncia questa infelice battuta, mentre a contatto con l'aria fredda e pungente della notte, rendendosi conto realmente di quanto è successo in quelle ultime ore, Helen scoppia a piangere stringendosi forte a Mary. Steve chiede il motivo di quella crisi, lei lo insulta dicendogli dell'idiota. Mary mette in moto, e Steve saluta un gruppo di ragazzi che in quel momento passa accanto a loro gridando. Buon Anno!

James e Gertrude sono entrati in casa. In auto Gertrude ha parlato ininterrottamente fra le lacrime, dicendo che non ha sposato un uomo ma un bastardo. Con il marito rimasto sempre in silenzio, ha quasi sempre ripetuto le stesse frasi, alternando al suo monologo singhiozzi e soffiate di naso. Prima di aprire la porta di casa, James ha cercato di abbracciare la moglie, ma lei lo ha respinto dicendo, vattene Giuda, non toccarmi!

Ora Gertrude e James sono a letto. Lui,in silenzio, fuma nel buio della stanza, lei non ce la fa più a sopportare quel silenzio, e muovendosi delicatamente sotto le coperte si avvicina al marito. Avanti, parlami, dice, raccontami tutto quello che è successo, farò ogni cosa pur di perdonarti.

E’ notte fonda, e in diverse parti dell'Inghilterra, come un po' in tutto il mondo, continuano i festeggiamenti per il nuovo anno. Anche Mary e Norman festeggiano. Lasciati Steve ed Helen a destinazione, appena in casa hanno stappato una bottiglia di champagne e si sono messi a mangiare la torta che era rimasta intatta nel frigorifero. Tra un sorso e l'altro ridono ripercorrendo le varie fasi della zuffa tra Helen e Judith.

Non abbiamo proprio avuto modo di annoiarci questa sera. Passerà alla storia come l'ultimo dell'anno più stravagante e stupido che abbiamo vissuto, dice Norman.

Nonostante tutto l'alcol che ha bevuto, credo che Steve si sia reso conto di quanto è accaduto. Sono sicura che abbia fatto finta di niente. L'alcol gli é servito come alibi. Conoscendo il rapporto tra i due sono sicura di non sbagliarmi. Steve e veramente un incapace che non conta nulla. Se non fosse per il denaro che gli passa suo padre, non so proprio un tipo come lui come riuscirebbe a vivere. E poi è risaputo che Helen lo ha sposato per i quattrini, lei viene da una famiglia di poveracci. Ma avrei giurato che dopo il matrimonio la sua relazione con James fosse finita; non avrei mai pensato che lo avesse potuto rivedere nei giorni lasciati liberi da Judith. Erano e sono rimaste due puttane. Il matrimonio le ha addirittura peggiorate. A questo punto, sono pronta a scommettere che ci sono altri oltre a James. Non è una novità che Helen e Judith non hanno mai fatto molta fatica a farsi scopare.

E di Mark? cosa mi dici di Mark e della sua aria da padreterno ferito a morte.

E' sempre stato un megalomane, pieno di gas. Avrà molti soldi questo non lo metto in dubbio, ma è un pallone gonfiato. Lo sanno tutti che Judith si è sempre fatta scopare, prima e durante il matrimonio. Ma come suo padre e suo nonno, lui ha sempre e soltanto dato valore al denaro. Il fatto che la moglie si faccia scopare dalla mattina alla sera non lo disturba. Devo pensare cosi, non posso immaginare che sia cosi stupido da non essersene accorto. Hai visto anche questa sera, a parte la faccia da cadavere che comunque mostra in ogni occasione, non mi sembra che abbia avuto una grossa reazione. Ha caricato in macchina la sua bella, e via a casa come se niente fosse.

Già, hai ragione, una bella faccia di bronzo. Il prossimo fine anno però lo passiamo diversamente, d'accordo? ti ripeto che a tratti mi sono anche divertito, però a ripensarci sono stati tutti cosi patetici.

Patetici è la parola giusta. Non parliamo poi di quella Gertrude, una donna da incubo. In fin dei conti le sta ben fatto. E suo marito, con quell'aria da galletto.

Guarda che se non era per lui, a tavola non avrei saputo con chi parlare. E' un idiota, ma almeno per stasera è servito. Allora Mary siamo d'accordo, è l'ultima volta che portiamo in casa soggetti del genere per una cena di fine anno. Per altre cene si vedrà. Se proprio saremo obbligati.

Già, ma solo se ci troveremo nella condizione di ricambiare. Solo in questo caso. Altrimenti, da questa casa, fuori loro e le loro penose storie di sesso.
Nel medesimo istante in cui nella cucina al n°3 di Halkin Street, Norman e Mary traggono le loro spietate conclusioni sulla serata, visto che ubriaco com'era non è riuscito a salire le scale per andare in camera, Steve si è addormentato nel salotto a pian terreno, e sta russando a bocca aperta, facendo un frastuono orribile.

Seduta nella poltrona di fronte a lui, Helen lo guarda con repulsione. Ha smaltito la sbornia quasi completamente, e mentre accende una sigaretta, nella sua mente rivede il tradimento con James. Ogni  settimana un appuntamento con lui in una piccola casa fuori Londra; la stessa cosa che faceva prima di sposarsi. Ride di se stessa, continuando a ripetersi che è una miserabile; una patetica miserabile puttana, addirittura gelosa di Judith. Sapeva bene che James incontrava anche Judith, e sapeva pure bene che James preferiva Judith a lei.

Pensa alla sua vita triste, al matrimonio con quello stupido di Steve, voluto solo per dimostrare a Mary, a Judith, e a tutti quanti, che era capace di avere un uomo ricco tutto per lei; Steve, che continua a russare, sempre più forte; intanto che lei, sempre più forte, piangendo gli urla di smettere. No, non non cercherà più di rivedere James, chiuso, finito. Non le restano che tre scappatoie, il suicidio, andarsene, o fare a tutti i costi quel figlio di cui parla ormai tutti i giorni quel demente di Steve. Il suicidio, pensa, potrebbe essere la cosa migliore. Ma Judith e tutti gli altri riderebbero di me. Non gli darò mai questa soddisfazione. Andarmene? anche in questo caso mi schernirebbero a morte. E poi senza figli rischio di essere liquidata con due soldi. No, Helen non finirà così; Helen farà quel figlio, e poi ne farà un altro e un altro ancora. Cercherò di affogare i cattivi ricordi, tutta la mia vita. E se non ci riuscirò, se mi sentirò soffocare, farò sempre in tempo ad andaremene. Ma solo dopo aver chiesto soldi, tanti soldi.
Helen ha trovato un compromesso amaro e meschino, che gli consentirà di sopravvivere, anche se annientata dal rancore. E i figli, se verranno, non potranno farla vivere meglio. Ormai è guasta dentro, perduta; come se avesse una ferita aperta nell'animo, una piaga infetta. E poi sa bene che molto presto tornerà a tradire Steve.

James alla fine sarà perdonato da Gertrude. Il loro più che un matrimonio è una sceneggiata, dove continuano a recitare sapendo bene di vivere un rapporto confuso e ambiguo; è una sceneggiata che sta diventando sempre più insostenibile e pericolosa, per il motivo che James è destinato a rimanere presto senza alcuna risorsa finanziaria. Gertrude ha sopportato, ed è disposta ancora a sopportare un marito come James, a patto però che un giorno lui non le dica che è necessario cambiar vita, perchè le disponibilità di un tempo sono finite.
Rientrato a casa, Mark ha detto a Judith che sentendosi stanco non era assolutamente in grado di tenere alcun genere di conversazione.

Al limite da una crisi di nervi, Judith si è ritirata in camera sua senza replicare, e spogliandosi solo in parte si è gettata sotto le coperte spegnendo immediatamente la luce. In smoking, impeccabile, privo di espressione, Mark si è messo a bere. Sa bene che non deve toccare alcol, ma è l'unica via rimastagli per riuscire a sopportarsi.

Beve, pensando che finalmente gli è stata svelata la vita cosi privata di sua moglie. Judith lo tradisce, forse lo ha sempre tradito, sin dal giorno del matrimonio. Per come sono andate le cose, avrebbe anche potuto dubitarlo, evitando così di essere preso in trappola e ridicolizzato-. Sente di essere soltanto un grosso idiota, un enorme idiota che pensava di avere in mano il mondo; un enorme idiota che ha creduto ciò che ha sempre voluto credere.

Lucido e controllato, con un bicchiere stretto in una mano va verso una delle finestre del vasto salotto. Da quella posizione osserva le luci gialle dei lampioni. Lunghe file che arrivano sino in fondo alla vallata invasa poi dall'oscurità. Si chiede se per ognuno al mondo può arrivare una notte come quella; una notte in cui si scopre che la propria vita non ha più senso e che non ha avuto nessun senso.
Cerca di ritornare su questi pensieri, ricordando i momenti gioiosi della sua gioventù, i primi traguardi all'università, lo sport. Tutti dicevano che era un buon atleta. E pensa poi alla laurea, al successo nel lavoro, ai soldi, ed infine a Judith, che doveva coronare la sua felice carriera di giovane uomo proiettato verso altri, nuovi importanti successi.

E adesso, a distanza di poco più di una decina di anni, il verdetto della sua vita, il saldo. E' in preda ad una malattia molto grave, sua moglie lo ha sempre tradito vigliaccamente.

Forse per la malattia c'è ancora speranza, pensa. E la ripete più volte a voce alta la parola speranza. Ma non è per quella malattia per cui c'è ancora "speranza", che potrebbe morire. E' per la realtà che sta vivendo; una realtà dove un insignificante e squallido personaggio come James Davis si è preso gioco di lui prendendogli la moglie, il suo bene più prezioso. E magari, alla sua probabile morte, quel soggetto miserabile potrà poi godere ancor più liberamente di lei e così della sua casa, di tutti i beni che lui ha costruito. E' quel James e sua moglie che l'hanno ammazzato, non la malattia.

Pensa che all'indomani parlerà con Mr.Hamilton. Al più presto si dovrà attuare un'adozione, e a questo punto Judith dovrà accettare tutte le condizioni. In caso contrario la caccerà di casa, liquidandola con del denaro che lei dovrà sputare sangue per avere.

Unico problema che dovrà affrontare sarà quello del tempo; del tempo che gli lascerà la malattia per riuscire a portare a termine il suo progetto. Se morirà presto tutti i beni potranno andare alla moglie. Tutto questo dovrà essere evitato; Mr. Hamilton dovrà aiutarlo a lapidare Judith, così come ha fatto lei con lui questa sera di Capodanno in casa di stupidi, fasulli amici.

Gli ritornano le poche frasi ipocrite della moglie durante il viaggio di ritorno in auto. Ti ripeto, spero che tu sia così intelligente da dimenticare subito quel1'orribile scenata da parte di quella sordida ubriaca. Voglio inoltre che tu comprenda quanto mi sento in colpa per averti portata in mezzo a gente del genere. Tu meriti di più, molto di più. Ti prego dimmi qualcosa. Che ne diresti di fare un viaggio insieme, ci farebbe bene, credimi.

Ipocrita, puttana; puttana da quattro soldi, continua a ripetersi Mark, se non accetterai le mie condizioni, vedrai che tipo di viaggio ti aspetterà.

Come nel lavoro, ora è certo di poter usare lo stesso potere di cui dispone anche contro sua moglie; ipotesi che non avrebbe mai immaginato. Ma anche se é così sicuro di se stesso, gli si ripresenta lo spettro della morte. Preso da brividi di freddo immagina già il suo rivale aggirarsi da padrone nella sua villa. E constatando tristemente questa atroce, probabile verità, ripensa ancora una volta alla parola "speranza" come una parola equivoca, priva di senso. Se il mio destino è già stato scolpito, la mia partita è persa, e non ho alcuna possibilità di rivincita, la speranza non c'entra nulla; la speranza è un inganno, un'illusione per allocchi.

E per alcuni istanti è assalito dall'impulso di uscire, di andare incontro a un gruppo di ragazzi che ancora stanno festeggiando il Capodanno; andargli incontro per dirgli che non c'è speranza per nulla, e che anche per ognuno di loro, per i più svariati, differenti motivi, prima o poi verrà una notte come quella che lui sta vivendo; una notte in cui improvvisamente, con lucidità, si comprende di non avere più alcun scampo di fronte al fallimento della propria vita. E’ inutile, continua a pensare, forse chiunque, sapendo di essere alla fine, se riflettesse con estrema sincerità e onestà sulla propria vita, si renderebbe conto di aver vissuto inutilmente.

Ansioso, furioso, cerca di controllarsi, di calmarsi, ma ecco aggredirlo un forte attacco di tosse; e a passi incerti, con una tosse che lo sconvolge, si porta ancora davanti alla finestra, ma continua a tossire forte, troppo forte, finché non sente il sapore del sangue nel palato, fra i denti. Tamponandosi la bocca, dopo altre crisi, finalmente la tosse si placa. Gli sembra di uscire da un incubo.

Riprese un poco le forze si volta verso le finestre. E' iniziato a nevicare. Si accorge di non aver mai provato tanta tristezza come in quel momento. Guarda la neve cadere e pensa al cimitero; alla neve che vi sta cadendo, al gelo che ne ha invaso ogni angolo, come la cappella della sua famiglia, grigia e tetra, dove con ogni probabilità entrerà presto, con il suo cadavere chiuso in una bara lucida ben sigillata.

E proprio in questo momento comprende, che se anche riuscirà a vivere ancora per un certo tempo, in ogni caso, quella notte, sarà stata l'ultima notte della sua vita.


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